Brienno, il paese giusto in cui perdersi

A Brienno ci si perde e ci si ritrova di continuo.
E’ uno dei borghi più intricati e intriganti del lago credo e su di me ha sempre esercitato un fascino irresistibile.
Diciamo che lo si apprezza per davvero, se si amano i paesi simili a labirinti, quelli dove per abitarci devi rinunciare a qualche comodità e anche ad un po’ di privacy, quei paesi in cui apri la finestra e, se allunghi una mano, puoi passare il sale al vicino :-).

Non so dire come sia viverci e mi piacerebbe scoprirlo.
Quello che so è che ogni stradina, portone, scaletta e porticato sembra incastrarsi perfettamente con quello che ha attorno, creando un puzzle perfetto.
BRIENNO COSA VEDERE
Brienno è un paese soprattutto da esplorare!
Certo, come tutti i borghi, ha anche lui le sue attrazioni da non perdere (che vi racconto tra un attimo), ma sicuramente buona parte del suo fascino è dato dall’infinito groviglio di scale e vicoli, dalle sue case in pietra, attaccate una all’altra e dalla sua posizione a bordo lago.
Per cui, come prima cosa (anche io ho fatto così) tuffatevi in questo groviglio, godetevi gli scorci tra un portico e l’altro, osservate i particolari!

Solo dopo aver fatto questo, iniziate a visitare tutto ciò che fa da cornice al nucleo storico.
Le chiese e il parco pubblico
A Brienno le chiese da vedere sono tre, la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, la Madonna del Ronco e la Chiesa di San Vittore.
Sono tutte situate alle due estremità opposte del paese, l’ultima (che io però per il momento non ho visto) addirittura fuori dal borgo, in direzione Como.
La Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, oltre ad essere ricca di decorazioni in stucco, affreschi e vetrate colorate, conserva in sagrestia sia una reliquia dell’imperatore Federico Barbarossa, sia una statua in legno di Gesù Bambino (XVII secolo) a cui gli abitanti sono talmente devoti da dedicargli una festa, la Festa del Piscen (31 dicembre e 1 gennaio di ogni anno).
La chiesa della Madonna del Ronco invece vale la pena andarla a cercare fosse anche solo per la posizione in cui si trova (estremità nord di Brienno), estremamente panoramica.
Io non ho visto gli interni, ma ho apprezzato il suo portico e in generale l’atmosfera del luogo.

Proprio sotto a questa chiesa poi si trova un altro punto suggestivo di Brienno, il suo parco pubblico.
E’ molto piccolo, ma è grande l’idea che ci sta dietro, di rivalutazione del territorio e della vita degli abitanti del borgo!
In pochi metri quadrati sono stati realizzati un’area verde, un parco giochi per i bambini, un solarium e uno spazio adatto all’organizzazione di eventi di vario tipo.

Facile capire come il recupero di questo bell’angolo del paese abbia contribuito a migliorare la qualità della vita di chi vive a Brienno! Non per niente il progetto ha vinto il primo premio nel concorso nazionale Le pubbliche amministrazioni e gli spazi pubblici.
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Una chicca da non perdere
A due passi dal parco si trova anche quella che per me è stata sicuramente l’attrazione più curiosa e interessante di tutto il paese, la Galleria di Mina.
Ne avete mai sentito parlare?
Di gallerie di questo tipo ce ne sono 3 sul territorio (le altre due si trovano a Sondrio e a Nobiallo – Menaggio) e si chiamano così perché venivano riempite di mine da far deflagrare per sbarrare la strada al nemico, in caso di pericolo, durante la Grande Guerra.
Questa è la spiegazione, ma immaginarne il funzionamento è tutta un’altra storia e io ammetto di aver capito solo scrivendo questo articolo di cosa si trattasse esattamente.
Quella che ci si trova davanti è la galleria che tutti possiamo percorrere, ma sopra di essa ce n’è un’altra che in pochi conoscono. Ad aiutarmi a capire come funzionava il sistema di difesa è stato un video del cantautore Davide Van De Sfroos, che ho trovato su You Tube e che vi suggerisco di guardare.
Dura 1 minuto e 44 secondi e vi porta all’interno della “parte segreta” della galleria.
Io ne sono rimasta affascinata!
Il porticciolo di Brienno e l’antica filanda
Un altro angolo che a me è piaciuto molto e che vi consiglio di non perdere è poi il piccolo porticciolo a due passi dalla chiesa parrocchiale, con a fianco la imponente struttura dell’antica filanda.


Quest’ultima fu costruita nella prima metà dell’800 per produrre seta e oggi appartiene alle seterie Mantero e viene usata sia come residenza che per eventi di vario tipo.
La silhouette della sua ciminiera che si staglia contro il cielo ha un che di molto suggestivo e fa venire in mente immagini di un mondo passato, evocato in me dai racconti dei miei nonni.
Insomma, come avrete capito, Brienno mi incanta…è un piccolo borgo davvero ricco di sorprese!
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