Novembre 11, 2015 0 Comments Cosa vedere

Isola Comacina: l’isola che c’è e che si fa notare

L’Isola Comacina sembra un’isoletta da quattro soldi, ma in proporzione ne ha viste più lei di tutto l’intero Lago di Como messo assieme!

E’ piccola, selvaggia e unica in tutto il Lario. E gli abitanti della zona la adorano!

Certo, va detto che dalla sua ha avuto anche un pizzico di fortuna: i vari smottamenti terrestri e lo scioglimento dei ghiacciai hanno fatto sì che “sorgesse” in un angolo particolarmente pittoresco, che le fa da cornice…Ma di sicuro lo scambio è reciproco, perché la cornice non sarebbe così splendida se al centro non ci fosse lei.

Insomma, diciamo che i due elementi si danno una mano a vicenda e il risultato è un quadro tra i più fotografati e apprezzati del Lago di Como.

Da qualunque parte ci si giri si hanno scorci impagabili!

Passeggiare lungo i suoi sentieri consente di apprezzare una delle zone più vistate del lago da un punto di vista privilegiato.

Ma la sua fama è dovuta non solo alla sua magnifica posizione!

Isola Comacina: una storia ricca di colpi di scena

Questo piccolo lembo di terra ne ha passate di tutti i colori e la sua storia è da romanzo.

C’entrano i romani, c’entra S.Abbondio, ma anche i Longobardi e l’Impero Bizantino. E poi l’Imperatore Federico Barbarossa, il re del Belgio e anche l’architetto Pietro Lingeri.

Non male per un’isoletta così piccola, no?

Ma facciamo un po’ di ordine…i romani c’entrano perché sono stati i suoi primi abitanti, si chiamavano Ausuciates e hanno dato il nome al paese che ha di fronte, Ossuccio.

S.Abbondio c’entra perché si dice fu colui che qui fece costruire una tra le più belle basiliche dell’XI secolo, S.Eufemia, di cui rimangono le antiche rovine.

Isola Comacina

Basilica di Sant’Eufemia

Ma l’isola era un posto anche talmente strategico e ben fortificato da diventare rifugio di uno degli ultimi presidi dell’Impero Bizantino, quando giunsero i Longobardi.

Per sua sfortuna poi, nel 1169, scese in Italia Federico Barbarossa: si era in piena lotta tra Comuni e Impero e l’Isola si alleò con Milano. Fu così che i comaschi, alleati invece all’Imperatore, la rasero al suolo.

Questo episodio della distruzione dell’Isola è talmente sentito nella tradizione popolare da rappresentare, ancora oggi, il momento cruciale della rievocazione storica che va in scena durante una delle sagre più famose dell’intero lago, la celebre Sagra di San Giovanni.

Ma torniamo alla sua storia…vi racconto come è andata a finire: dopo la pesante sconfitta, per secoli, il destino dell’isola è sembrato concluso.

Fino al 1919, anno in cui il re del Belgio (che l’aveva ricevuta in testamento) la dona a sua volta al Governo Italiano. E’ a questo punto che passa nelle mani dell’Accademia di Brera e sarà Pietro Lingeri a renderla colonia per artisti e costruirvi per loro tre case in stile razionalista.

Isola Comacina

Casa per artisti

E oggi? Non ha certo smesso di essere famosa! Anzi! E’ considerata una tra le “aree archeologiche più interessanti dell’Italia Settentrionale“. E direi che non è male come definizione per un lembo di terra tanto piccolo!

Ok, divagazioni storiche finite! Di solito non mi addentro in questo genere di passaggi, per evitare di scivoloni, ma non potevo farvi capire la sua atmosfera senza un accenno al suo passato.

Era viva, popolata, stracolma di chiese e ben fortificata. Ed è esattamente questo che bisogna immaginarsi quando la si visita e ci si aggira tra le molte rovine che custodisce.

La visita

Il mio consiglio è di andarci col bel tempo, meglio ancora se in primavera o in tarda estate, inizio autunno.

Il top è seguire uno dei tour guidati, perché solo in questo modo è possibile ammirare anche gli interni della Chiesa di San Giovanni, curiosare all’interno delle case degli artisti e cogliere fino in fondo lo spirito del luogo.

Isola Comacina

Chiesa di San Giovanni

E poteva mancare la chicca culinaria? Certo che no!

In una posizione privilegiata l’isola ospita anche un famoso ristorante, la Locanda dell’Isola Comacina, altro luogo dall’affascinante storia e location ideale per una pausa molto speciale.

Ma anche un semplice caffè, o perché no un aperitivo, ai tavolini del bar La Botte, a un passo dall’attracco dei battelli, ha di sicuro un suo perché!

Insomma, si è capito, di buone ragioni per visitarla ce ne sono, basta solo decidere quale preferite.

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