Rubrica “come eravamo” Ep.2
Mestieri di ieri e di oggi
Il racconto di “Come eravamo” prosegue questo mese andando alla ri-scoperta di alcuni mestieri tipici del Lago di Como e degli ambienti in cui si svolgevano.
Il bello, anche questa volta è ritrovare in ogni scatto posti più o meno conosciuti, vissuti in modo completamente diverso!
Quello che oggi è uno degli scorci più fotografati della famosissima Greenway, fino a poco meno di 40 anni fa era uno dei punti dove andavi a farti sistemare caffettiere, secchi o paioli dallo stagnino.
Mentre a due passi da uno dei lidi più frequentati del lago (Lido di Ossuccio) si produceva l’olio e sotto i portici dei borghi vicino alle rive la normalità era imbattersi in pescatori indaffarati con reti, ami e pesci. Nelle valli invece (Val Sanagra, Val d’Intelvi, Valsassina) il rumore inconfondibile era quello dei mulini, sempre in azione per macinare grano e castagne e fabbricare utensili.
Rubrica “Come eravamo” Ep. 1: L‘antico rito della transumanza
Alcuni di questi mestieri sono praticamente scomparsi, altri, anche se esistono ancora, si sono trasformati o sono diventati qualcosa di sempre più raro.
Anche in questo caso, guardando queste foto, mi rendo conto di quanto tutto sia collegato: di nuovo, capisco che scegliere, quando è possibile, di acquistare un prodotto del territorio, vuol dire ogni volta contribuire a non far morire antichi mestieri, sapere e tradizioni.
Vuol dire mantenere vivo il territorio stesso. Con tutte le sue diversità e bellezze.
I mestieri del Lago di Como
Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
Lo stagnino
Tremezzo (Bolvedro) – 1982



Pescatori
Rezzonico – 1982



I mulini
Ossuccio e Val Cavargna – 1982, 1983






I frantoi
Il frantoio di Ossuccio – 1984








Foto di Antonio Mascaro – Tutti i diritti riservati
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